Vanno, vengono. S’increspano accarezzando la riva. Diversamente intense, nelle loro creste ardite, nella spuma fluttuante, nello scontro con gli scogli. Ognuna di diverso carattere, ognuna capace di narrare una storia differente: fatta di correnti, ritmi, moti ipnotici… Ma uniformi, nella vastità del loro mare. A testimonianza del Fantasma del Natale Futuro, o meglio della Primavera/Estate 2019, Karl Lagerfeld parla di donne e di onde immerse in un’illusoria spiaggia tropicale. Un set studiato nei minimi dettagli, volto non solo a raccontare la leggerezza della giovinezza, ma anche a dar voce ad una donna dal carattere vibrante, fiera della sua forza sociale. La stessa poliedricità percepita nel romanzo più sperimentale e affascinante di Virginia Woolf, “Le onde”. Le sei voci distinte che si trovano a raccontarsi, riflettersi in pensieri, riflessioni, sfumature caratteriali compaiono e scompaiono davanti ai nostri occhi. Una penna esperta, capace di unire vite diverse all’apparenza, ma tra loro inscindibili. Come quella di Bernard e dei suoi pensieri su carta… o di Neville, amante dell’arte e del bello… o ancora, di Louis e la sua volontà d’integrazione. Di Susan, immersa nel suo mondo rurale. Di Jinny e la sensualità del corpo. Di Rhoda nell’armonia della musica. Sei voci pronte a convergersi in un’unica domanda. Sei appigli orientati ad ancorare non solo la paura della morte, ma anche le difficoltà della vita stessa.
Allo stesso modo osserviamo Karl Lagerfeld descrivere la donna Chanel ed ogni sua declinazione, in un’analisi accurata e immaginifica. Dalle linee femminili degli avvenenti tailleur senza camicia alle giacche di tweed oversize anni ’80, rubate dall’armadio della nonna. O ancora, dalle micro tute scuba agli abiti di seta color limone. E dei morbidi scamiciati, dei trionfi di chiffon e paillettes.
Così come la diversa forma delle parole può portare ad un’unica soluzione, anche Chanel è alla ricerca della propria, attraverso unici ed inconfondibili esercizi di stile.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.
(Images credits: Vogue)
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