Alberta Ferretti e Thomas Mann disegnano bellezze italiane: si parla di Venezia, di quella artistica e passionale. La Venezia che accompagna il professor Aschenbach nel suo viaggio alla ricerca di sè, la Venezia che sfila in passerella, partendo dai dipinti di Giovanni Boldini stampati su fluidi abiti da sera, fino ad arrivare ai simboli iconici della città lagunare.
Ci troviamo di fronte ad un immenso sforzo creativo, volto alla ricerca ed alla descrizione della bello, il bello che salva dal male del mondo: la stessa bellezza cercata e concepita come ideale di trascendenza e di avvicinamento al proprio io, la stessa bellezza in nome della quale il professor Aschenbach decide di amare Tadzio, abbandonando così la razionalità e la logica, inerte nel fronteggiare la spontaneità della natura umana.
La bellezza come ideale di trascendenza, la bellezza di Venezia, che la stessa Alberta definisce “dalle atmosfere cariche di mistero”, sfila in tutta la sua barocca austerità: nel suo stile drammatico ed appassionante, capace di alternare monumentistica e stile…
Tra calli e canali, trasformati in stampe su ampie gonne e maglie a righe, dallo stile marinaresco. Tra il Leone di San Marco reinterpretato a decorazione e gli abiti a bustier con ruches, alternati a lunghi vestiti in chiffon e lussuose pellicce in astrakan.
L’eterno conflitto tra ragione e passioni è al centro di questo racconto, di cui la bellezza è la porta verso la salvezza. Perché, a volte, fa anche bene fermarsi a guardare.
Nuovo appuntamento con il nostro Fashion-Book crossover. Questa settimana Thomas Mann con “La morte a Venezia” incontra Alberta Ferretti, in un’unione tra arte ed eleganza.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book, parliamo dell’&.
(l’immagine della sfilata di Alberta Ferretti AW17-18 è proprietà del sito di Vogue.it)
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