Inquietudine. Un’emozione che può affiancarci nei momenti più disparati. La sua causa maggiore può essere definita da un concetto sradicato dalla sua naturalezza.
Lo stesso pensiero permette a Demna Gvasalia, nella sua collezione Spring-Summer 2019 firmata Balenciaga, e a Tristan Garcia, con la sua raccolta di racconti, “7”, di viaggiare attraverso due mondi distinti, intrecciati nelle proprie stranezze.
Il mondo reale, ben noto e conosciuto, viene, di conseguenza, contaminato da elementi non strettamente volti a rappresentarlo, ma a confonderlo. Come i sette racconti presenti all’interno della raccolta, orientati sulla rappresentazione delle classiche tipologie di romanzo: fantascientifico, storico, il noir e la distopia, attraverso trame totalmente estranee dalle comuni caratteristiche dei romanzi stessi.
Estranee perché costellate di elementi nuovi, utilizzati in qualità di metafore, per trattare argomenti controversi, a volte difficili da accettare, relativi ai vari aspetti della propria esistenza.
Il lettore è portato alla riflessione attraverso particolari mezzi, quali oggetti provenienti dal passato, mondi paralleli, intrecci spazio temporali, e ancora, droghe del futuro ed alieni. Parallelamente si parla di società, di politica, di ideali e di speranze, del piacere, in continuo contrasto con il senno, contestualizzandoli attraverso l’annientamento e l’alienazione, tastabile in ogni racconto.
Anche Balenciaga sceglie di catturare l’attenzione in passerella attraverso il cosiddetto “caos dell’inquietudine”. Lo dimostra associando la sartorialità alla videoinstallazione immersiva dell’artista canadese Jon Rafman, in cui vediamo la passerella accendersi e dissolversi in turbine esplosivo in technicolor. La sorprendente scenografia, di stampo decisamente futuristico e causa apparente dello scisma con la sartorialità del brand, permette, infatti, di lenire quella scissione presente tra il noto e l’ignoto, in una rivalutazione dei concept di collezione in chiave moderna.
In questo modo cappotti dalle ampie spalle si alternano a tessuti classici e tecnici, i colletti delle camicie incorniciano i volti, i vestiti stampati rendono la tridimensionalità del capo. E ancora, linee simili, utilizzate indistintamente per uomo e donna, nei tailleur, nelle stampe optical e nelle chemise oversize, cariche di drappeggi.
Una donna reinventata, come i racconti di Tristan Garcia. Una donna nuova, ma mai privata del suo sguardo al passato, ma orientata verso il futuro.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.
(Images credits: Vogue)
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