Dolce&Gabbana continuano il loro viaggio. Un viaggio attraverso i colori dell’italianità, la tradizione, lo stile nostrano. Tropico italiano: loro lo creano, lo delineano in ogni aspetto lungo la passerella, con quello spirito che ammalia e coinvolge il pubblico, come un turista, catturato dallo stupore e dalla meraviglia. Autenticità e voglia di mostrarsi nel proprio vero essere, nei propri pregi e nei difetti. Un po’ come Lenù, Lila, il rione. Elena Ferrante lo descrive: autentico nelle sue imperfezioni, nelle sue tragedie, ma attraente, che accoglie nella sua unicità, tanto da non riuscire a staccarsene. La realtà è letta, è resa tangibile, in tutta la sua bellezza. E così si corre velocemente, da Venezia a Pisa, da Roma a Firenze, da Capri a Napoli, con pizzi, strati, ricami…E ancora, avvenenti trasparenze, rose, immaginette di Santi stampate sugli abiti. L’Italia fastosa, l’Italia del Settentrione, del Centro, del Meridione…
Con le sue mille paure. È la verità che ci ammalia, anche con Elena Ferrante: la verità delle tragedie di una Napoli rionale post anni ’50, la stessa verità che infonde calore, armonia, voglia di restare addentro a quel sentimento capace di coinvolgere. È così che la tradizione prende forma: pasta stampata sopra gli abiti, e gelati, e bibite, e pubblicità dei pomodori. Un canto popolare echeggia sulla passerella…e sembra di vederle proprio lì, le nostre protagoniste: Lenù, Lila, e ancora i Solara, i Carracci. Nella loro grande ed imperfetta bellezza, invitati all’unione tra il Bel Paese ed i due stilisti: un vero e proprio “matrimonio” in pompa magna.
Nuovo Fashion-Book crossover. Protagonisti? Elena Ferrante, con la sua tetralogia de “L’amica geniale” e Dolce&Gabbana, con il loro “Tropico Italiano”. Qualcosa li accomuna: l’italianità, aspetto centrale delle collezioni targate Dolce&Gabbana, nonché tema portante di tutta la tetralogia. L’italianità analizzata in ogni suo aspetto, in ogni sua parte più o meno tragica, più o meno ingiusta, più o meno nascosta, a tal punto da fondere ciascun elemento in un romanzo di vita vera, raccontato con occhi di donna. Anche Dolce&Gabbana si occupano di italianità, di tradizione, riportando alla luce usi e costumi italiani, elevandoli ad arte. L’arte del leggere, l’arte del narrare…in un modo tutto “nostro”.
Ho letto tutta la tetralogia senza sosta, divorandola letteralmente. Credo di poter affermare con certezza che Elena Ferrante sia una delle scrittrici contemporaneee che meglio riesca a raccontare fatti, fatti veri, venendo a conoscenza di realtà già note e talvolta dimenticate. E così il buono incontra il “bastardo” di turno, perché il “bastardo” esiste, ed allo stesso modo, un’amicizia riesce ad apparire per quello che veramente è, studiata in ogni sfaccettatura, con i suoi alti e bassi. Nulla è celato, tutto è scritto…nero su bianco.
E voi? Avete letto la tetralogia? Cosa ne pensate della sfilata firmata Dolce&Gabbana?
Raccontatemi le vostre impressioni qui sotto.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.
(l’immagine della sfilata Dolce&Gabbana SS17 è proprietà del sito di TheGlassMagazine)
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