Quale può essere il nesso tra Luca Guadagnino e l’uomo Fendi della Primavera/Estate 2020? Una nuova occasione di parlare dell’&, o meglio, di “Chiamami col tuo nome”, di André Aicman, di come la letteratura e la cultura riescano, nella loro commistione, ad essere d’ispirazione per qualsiasi forma d’arte.
Botanics for Fendi, è il titolo della collezione diretta da Luca Guadagnino. Come nella pellicola, così nella sua collaborazione col marchio, il regista interpreta la visione di uomo errante, viaggiatore e poetico, amante della natura e delle passeggiate en plin air. Si potrebbe pensare ad una struggente storia d’amore, ad un’apertura a tutto tondo dell’autore verso una concezione di relazione che, in un contesto come gli Anni Ottanta, sarebbe potuto risultare di certo più “accattivante” o ancora, “fuori da comuni schemi” di quanto possa esserlo attualmente.
Ma no, non è solo l’amore libero, puro ed incondizionato a rendere l’innovazione di questo romanzo, così peculiarmente trasposto in abiti. Luca Guadagnino prende di petto le idee dell’autore André Aicman, trasponendole in poesia, estetica e cultura. Luca Guadagnino, come anche l’autore del romanzo, si cimentano in una nuova rivisitazione della biografia dello scrittore stesso: dall’analisi del tema del doppio, alla sua personalità ribelle, così riconducibile al personaggio di Elio. O ancora, le gite, le chiacchiere, il vino, il caffè. O anche semplicemente la poesia che si possa celare nel rimanere sospesi, in balia della bellezza dell’estate.
L’uomo Fendi vive lo stesso ambiente onirico e bucolico, presentandosi al pubblico con capi basici, dei colori della terra. I pantaloni si accorciano in bermuda, le fibre sono naturali: la seta, la lana, il cotone, la pelle, il cashmere, il suede e il denim si uniscono ad un ventaglio di marroni, verdi, nocciola, in un essenziale che non manca mai di originalità. Le bordature in seta si intrecciano in trame delicate, le stampe donano il colore ed il carattere ai colori più neutri, la maglieria si presenta con trame ricercate, seppur minimali. Viene portata sopra il costume, ad ulteriore definizione della versatilità di ogni singolo capo. Anche gli accessori sono un richiamo all’intreccio: pellami esotici di rafia, cuoio Selleria, appaiono ricordo di lontane contaminazioni, alternando il classico ed il moderno, come una rima alternata. Ai piedi sandali, trainers in tela, una conferma ulteriore della leggerezza di una collezione che profuma di fiori e libertà.
Una regia impeccabile, stavolta a quattro mani, accompagna ogni elemento di collezione, quasi a voler raccontare, di nuovo, quell’umana sensibilità che, al giorno oggi, il tempo lascia scivolare via.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.
(Images credits: Vogue)
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