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30 Agosto 2019

I paradisi artificiali di Givenchy

 

“I paradisi artificiali” di Charles Baudelaire, vissuti e reinterpretati da Givenchy nella collezione Uomo Primavera/Estate 2020, rappresentano un ensemble di poesia e nostalgia. In un continuo richiamo tra passato e presente Givenchy sceglie Villa Palmieri per raccontare la sua storia, raccogliendo ed congiungendo due mondi: quello poetico, ancorato al passato, e quello attuale, legato alla quotidianità del presente.

L’abbigliamento sartoriale si fonde allo sportswear, il tailoring di tradizione allo street style. In un mondo di luci ed ombre, l’unica strategia è appartenere egualmente ad entrambe le fazioni, mostrando ogni aspetto di sé nella maniera più naturale possibile. La stessa naturalezza che è rappresentata da Baudelaire in Paradisi artificiali. Un saggio contestato ed al tempo stesso illuminante, fonte di generale meraviglia esattamente a causa di questa dualità. Nel romanzo si raccolgono in serie delle riflessioni, volte non solo a demolire, ma anche ad esaltare comuni vizi e droghe: vino, hashish, oppio vengono analizzati, attraverso positività e negatività, come mezzo di moltiplicazione dell’individualità, propriamente inteso come evasione… Verso altri mondi, altri luoghi, altre vite.

Se da un lato Baudelaire si trovi a prediligerne il carattere stupefacente, dall’altro ne condanna l’effetto di dipendenza generato dall’assuefazione.
Totale denigrazione o piacevole condanna? La risposta di Clare Waight Keller, mente creativa della maison, è la stessa del nostro amato Charles. L’uomo Givenchy assume le sembianze di un poeta maledetto, un nomade che, tra tedio e desiderio, evoca la sua libertà attraverso un abbigliamento elegantemente trascurato, in cui il nylon dei tailleur si fonde ai lini, ai tessuti orientali. Le stampe stile Art Noveau e disegni di giardini mitizzano la classica camicia, dove il blu ed il nero si uniscono al rosa, al ghiaccio, al rosso di terre sconosciute. E poi accessori e sciarpe leggere, sneakers Onitsuka Tiger ai piedi per l’uomo che, di limiti, non ne ha più. Che sceglie di vestirsi non perché deve, ma perché vuole. Che non segue altre regole se non le sue.

 

Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.

 

 

(Images credits: Vogue)

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Filed Under: Fashion-Book

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