Ideogrammi e metafore percorrono parallelamente i Sillabari, raccontati da Goffredo Parise, e la collezione Autunno-Inverno 2017-18, firmata Marni. La molteplicità viene analizzata nella sua più totale bellezza, nelle minuziose differenze, insieme volte a descrivere l’unicità, non solo delle donne, ma anche dell’animo umano. Come tante piccole gocce, scandite da un elenco alfabetico, Marni, come il nostro autore, si occupa della descrizione di una multiforme delicatezza, capace di scivolare sotto i nostri occhi, come seta.
E se Parise viaggia nel tempo, come un poeta anacronista sul “Corriere della Sera” dei primi anni 70, anche Francesco Risso, neo direttore creativo del brand, erra attraverso lo spazio ed il tempo, con l’unico intento di descrivere ed esaltare la multiformità degli opposti.
Uniti dallo stesso processo creativo, entrambi danno inizio alle loro descrizioni, sebbene con strumenti diversi.
Storie, scene, sensazioni.
Idilli, intrecci.
Una donna, un uomo.
Un abito, una sedia.
Amore.
Solitudine… il tutto unito dal tipico gusto carveriano del minimalismo oltreoceano.
Così come il nostro autore, anche Marni descrive “il diverso” attraverso sfumature che ripercorrono, sì, il passato, ma che si proiettano anche ad un nuovo futuro: colorate pellicce combinate con pizzi, sportive giacche boxy di lana bouclè, e ancora pailettes, stampe geometriche, tubini in broccato con bustier e coulisse.
Tutto si sussegue in un docile richiamo tra poesia e bellezza: forse, ancor oggi, si ha più bisogno “di sentimenti che di ideologie”.
Eccoci al nostro nuovo Fashion-Book crossover: nonostante sia molto affezionata allo stile Castiglioni, devo ammettere che questo nuovo Marni sia stato decisamente convincente… oltre che di gusto molto “Prada”, ma credo che questo sia inevitabile.
E voi? Che ne pensate?
Scrivetelo qui sotto.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book, parliamo dell’&.
(l’immagine della sfilata di Marni AW17-18 è proprietà del sito di FashionNewsMagazine)
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