Jessa Crispin non è femminista. Jessa Crispin non vuole sottostare al fenomeno mediatico e consumistico che rende il movimento di carattere pop. E se tutti si attaccano a quella corrente di pensiero, contribuendo alla sua diramazione e diffusione attraverso social network e mass media, se oggi è la contestazione a fare moda ordinaria, l’unica soluzione è analizzarla oggettivamente, stravolgerla, se necessario, togliendo il superfluo e lasciando ciò che veramente conta.
Anche Miuccia Prada si ribella al sistema, nella collezione Primavera/Estate 2019, firmata Miu Miu.
Miuccia Prada non concepisce la moda attuale. Lei non cerca il bel vestito.
Massificarsi non le interessa nè le appartiene. Miuccia vuole essere parte del sistema per riformarlo, per ricostruirlo a modo suo… come ha sempre fatto. Miuccia, con la sua collezione, si rende portavoce dei maggiori auspici di Jessa Crispin, fino a metterli in pratica, direttamente sul campo.
È così che la donna Miu Miu s’introduce in questo nuovo mondo, pronta a rappresentarlo, nei suoi dettagli imperfetti, volti a contaminare il perfetto.
Il femminismo, quello vero, descritto da Jessa Crispin nel suo saggio “Perché non sono femminista”, prende la direzione di movimento politico collettivo, comunitario ed unitario. Unitario in concetti ed ideali. Radicale nella volontà di non essere necessariamente amato e seguito… come la donna Miu Miu, che affronta la moda con fiocchi cuciti a sproposito, una maglieria sproporzionata, tailoring unito a pelle e paillettes con combinazioni impudenti tra gasar e tessuto denim. E ancora gonne a tubo trasparenti, sandali tempestati di cristalli indossati con calze di lana.
La donna Miu Miu è noncurante del giudizio esterno. Non vuole essere rappresentata da storie comuni. Vuole scriverle, ella stessa.
La donna Miu Miu “non è femminista”, ma se stessa. Ed ha il coraggio di esserlo.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.
(Images credits: Vogue)
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