La spettacolarità inquietante di un’America dedicata all’intrattenimento è il racconto che vede protagonisti lo stilista Raf Simons, nella sfilata di Calvin Klein Autunno/Inverno 2018-19 ed il noto e visionario scrittore David Foster Wallace, autore del romanzo Infinite Jest. Un’America esagerata nella sua assurdità, che probabilmente ammalia proprio per questo. In passerella Raf Simons presenta il suo mondo surreale con pareti ispirate ad Andy Warhol e pop corn sulla passerella. Interteinment, “That’s all folks!”.
Wallace si allaccia alla concezione di americana finzione attraverso il racconto di un futuro non troppo lontano, in cui ogni anno è sponsorizzato da un prodotto commerciale. Gli Stati Uniti hanno unito l’America Centrale e il Quebec, formando un super stato chiamato simbolicamente “Onan”. Il fine è quello di restituire al Canada la “Convessità”, una zona del Quebec usata per anni come discarica, e quindi pericolosa a causa della presenza di rifiuti altamente tossici. La rivolta è inevitabile: l’unica alternativa possibile per combattere tale affronto sarà proprio Infinite Jest cartuccia smarrita di un film, a cui spesso nel libro si fa riferimento denominandola “l’Intrattenimento”. La visione del film è, infatti, causa di un piacere fisico talmente intenso da rendere gli ignari spettatori catatonici in pochi istanti.
Il medesimo ammaliamento si osserva in passerella: manifesto della cultura americana e dello zeitgeist del nostro tempo. Ogni stereotipo si alterna in una combinazione di elementi, in perfetta connessione emotiva tra loro. Dalle semplici linee degli abiti in cotone delle comunità Amish, ai giacconi catarifrangenti dei vigili del fuoco; e poi ancora maglie con cartoons ricamati al rovescio, e rivisitazioni di tailleur wasp in pricipe di galles dalle ampie proporzioni. Il melting pot permea il nostro tempo, manifestandosi sotto forma di dipendenza ed eccessi: alcool, droga, sport, e ancora, religione, genitori, figli, patriottismi, sesso, amore, invidia, gelosia.
La soluzione? La libertà dall’intrattenimento ed, al tempo stesso, la sua analitica celebrazione.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.
(Images credits: Vogue)
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