Nella dimensione del sogno ogni salto d’immaginazione prende le sembianze di forma d’arte e poesia. Il tema del fantastico affrontato da Schiaparelli nella sua collezione Haute Couture Spring 2019 ne analizza il carattere ludico e fanciullesco trasponendolo nel reale, o meglio, nello spazio. Lo zio Giovanni, astronomo e storico della scienza, racconta di stelle e galassie. Le racconta ad Elsa, tracciandole tra i suoi nei. E Lei? Lei le disegna. Su taccuini, quaderni, immaginando il suo viso coperto di fiori e stelle.
Il carattere di ogni capo è accurato e singolare, seppur contaminato dalle stesse influenze che hanno del fantastico, del surreale, del giocoso, nascondendo tuttavia un profondo significato di ritorno alle origini.
Alle origini di sé, della propria identità, rubata dalle crude realtà della vita, per provare a volare in alto, di nuovo, verso mete ancora ignote, sconosciute ed assolute. Come l’infinito cosmo Calviniano, geniale, comico nella sua accezione più figurata e irreale. Ogni Cosmicomica s’introduce con un’ipotesi scientifica, una realtà assoluta che il nostro autore trasporrà nel surreale, in un continuo e sottile esercizio di stile che porterà a rapportare l’espansione del cosmo a quella lessicale, alle avventure folli del protagonista dal nome palindromo, Qfwfq. La scoperta di nuove vie di fuga e nuove percorsi all’interno di un ignoto in continuo mutamento porterà l’autore alla ricerca della sua identità, quella singolarità espressa al fine di distinguersi ed emergere come unica entità in un mondo che, probabilmente, mai ci vedrà con i nostri stessi occhi.
E se distinguersi è l’unica via di fuga, Bertrand Guyon, direttore creativo della maison, ci propone di farlo con lunghi abiti neri ricamati di stelle, comete, cieli estivi, in una commistione tra pianeti e flora aliena. Il giardino magico si schiude davanti ai nostri occhi in una passerella dai colori accesi, dai volumi esagerati, dalle cappe scintillanti, dalle piume impertinenti. Una polvere di glitter si posa sull’immenso tulle delle gonne, infinite paillettes nidificano nei pregiati abiti da sera, in un racconto folle di vita vissuta, che ricorda che l’essenza non coincide sempre con l’apparenza.
Non parliamo di Fashion, non parliamo di Book. Parliamo dell’&.
(Images credits: Vogue)
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